La domus del santuario di Campo della Fiera a Orvieto: spazi privati e funzioni pubbliche

Danilo Leone,

DOI: https://doi.org/10.26406/RdA46-03


Abstract

Le indagini archeologiche condotte da più di un ventennio nel sito di Campo della Fiera, a SO della rupe di Orvieto (Umbria, Italia), hanno permesso di verificare una frequentazione ininterrotta dal VI sec. a.C. al XIV sec. d.C.
Nelle evidenze archeologiche di questo agglomerato extraurbano è da identificare il Fanum Voltumnae, il santuario federale degli Etruschi, presso il quale si svolgevano assemblee dei rappresentanti delle città etrusche, cerimonie religiose, ma anche fiere, manifestazioni agonistiche e spettacoli teatrali. Con la conquista di Velzna nel 264 a.C. da parte dei Romani il santuario subì pesanti ripercussioni senza però essere abbandonato completamente.
Fra I sec. a.C. e I sec. d.C., nell’ambito della politica propagandistica di Augusto che favoriva la rivitalizzazione di antiche tradizioni, si registrano nuovi interventi edilizi che si concentrano soprattutto nel settore nord-orientale del sito dove viene costruita una domus di grandi dimensioni, cui si associano due impianti termali.
Pur non essendo ancora completamente indagata, la casa presenta una estensione e conservazione tali da permettere di proporre alcune considerazioni sull’articolazione e sulle caratteristiche degli ambienti, sui percorsi interni, sulle tipologie dei rivestimenti pavimentali e parietali.

Multi-year field research at Campo della Fiera, which is located south-west of the steep hill of Orvieto (Central Italy), has proved an unbroken occupation of the site from the 6th century B.C. to the 14th century A.D.
The archaeological evidence points to the identification of this suburban area with the Fanum Voltumnae, the federal sanctuary of the Etruscans, where meetings of the representatives of the Etruscan cities, religious ceremonies, markets, competitive events and theatrical performances took place. The conquest of Velzna by the Romans in 264 B.C. heavily damaged the sanctuary, which, however, was not completely abandoned.
Between the 1st century B.C. and the 1st century A.D., new building activities were undertaken at the site, as part of Augustus’ propaganda, which favoured the revitalization of ancient traditions. They were mainly concentrated in the north-eastern sector of the site, where a large house was built, which was also equipped with two thermal baths.
The house, although not yet completely excavated, can be preliminarily analysed thanks to its large size and state of preservation. The articulation of the spaces, the characteristics of the various rooms, the internal paths, the types of floor and wall revetments, the transformations over time and a historical interpretation are considered in this contribution.

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