Contenuto in: Rivista di Archeologia XLIII-2019 -
pp. 45-55, Figg. 3
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L’articolo costituisce uno studio approfondito sulla dispersione di una delle più corpose, benché sconosciute, collezioni del Settecento veneto: quella del patrizio veneziano Girolamo Ascanio Molin (1738-1814). Partendo dall’analisi incrociata di documenti d’archivio e fonti a stampa, il saggio intende descrivere tempi e modi della dissoluzione del suo patrimonio, leggendo gli eventi in relazione al contesto storico e alle strategie economiche tipiche della nobiltà di Antico Regime. In particolar modo, si cercherà di far luce sul ruolo giocato dalla famiglia veronese Giusti del Giardino agli inizi del diciannovesimo secolo, esaminando le conseguenze che il matrimonio tra il conte Carlo e Paolina Molin (1801) ebbe sulla citata collezione (con particolare attenzione ai pezzi archeologici che il senatore raccolse).
This paper represents an in-depth study on the dispersion of one of the vastest, but most unknown, collections in eighteenth-century Veneto: that of the Venetian patrician Girolamo Ascanio Molin (1738-1814). Moving from the crossed study of both archival and printed sources, the essay aims to describe time and manners of the dissolution of his patrimony, putting the events in relation to the historical context and the typical economic strategies of the Ancien Régime nobility. Especially, light will be shed on the role played by the Veronese Giusti del Giardino family in the early Nineteenth century, analyzing the consequences of the marriage between count Carlo and Paolina Molin (1801) on the above-mentioned collection (with a specific attention to the archeological pieces the senator gathered).