Contenuto in: Rivista di Archeologia vol. XX - 1996
pp. 5-37
Tra le classi monumentali di ambito funerario che mettono in gioco una molteplicità di immagini, lasciando intuire una particolare complessità del messaggio ideologico ad esse connesso, si segnala, per il numero ormai consistente degli esemplari conosciuti e per la qualità delle raffigurazioni, quella dei rilievi arcaici in nenfro (più raramente in calcare) di Tarquinia e Vulci. Sebbene siano oggi disponibili comode raccolte degli esemplari conservati nei musei di Firenze e Tarquinia, nonché di quelli esistenti in musei e collezioni private italiani e stranieri, nessuno dei problemi che questi monumenti sollevano ha ricevuto soluzioni convincenti, nè per ciò che attiene alla loro funzione, nè per ciò che riguarda la cronologia, nè per ciò che ha a che fare con il significato delle immagini dispiegate entro l’ordinata trama dei loro riquadri metopali.